Lo sciopero dei lavoratori dell'industria automobilistica negli Stati Uniti si sta espandendo e coinvolge ora ben 38 impianti di General Motors (Gm) e Stellantis in 20 diversi Stati. Questo sciopero ha impedito la distribuzione di pezzi di ricambio, mettendo a dura prova i centri di assistenza dei concessionari e costringendo i consumatori a subire i disagi della situazione.
L'United Auto Workers (UAW), il sindacato che rappresenta i lavoratori dell'auto, è alla guida di questa protesta. Hanno iniziato lo sciopero il 15 settembre, coinvolgendo per la prima volta le "3 Grandi" di Detroit: Ford, Gm e Stellantis. Inizialmente, il fermo della produzione ha coinvolto 12.700 lavoratori, uno per ciascun produttore, scelti strategicamente per causare il massimo impatto.
Ora, anziché colpire direttamente gli impianti di produzione, l'UAW sta mirando ai centri di distribuzione dei ricambi automobilistici. Questa tattica mette in pericolo l'approvvigionamento di pezzi di ricambio, costringendo i consumatori a vivere questa situazione di stallo.
Shaw Fain, presidente dell'UAW, ha invitato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a unirsi ai lavoratori nei picchetti a Detroit. Le richieste principali del sindacato includono aumenti salariali del 36%, mentre le aziende sembrano disposte a offrire poco più della metà. Ford ha proposto un aumento del 20% e ha accettato alcuni benefit, ma restano ancora ostacoli significativi da superare nelle trattative.
I costi di questo sciopero sono significativi: Deutsche Bank stima che Gm, Ford e Stellantis abbiano perso la produzione di oltre 16.000 veicoli dall'inizio dello sciopero. Aeg, una società di consulenza specializzata nel settore, stima perdite per oltre 1,6 miliardi di dollari per le tre case automobilistiche.
In conclusione, questo sciopero nell'industria automobilistica degli Stati Uniti sta avendo un impatto significativo, coinvolgendo numerose strutture e generando perdite significative per le case automobilistiche coinvolte. Resta da vedere come si evolveranno le trattative e se il presidente Biden si unirà ai lavoratori nelle loro proteste.